La Gigafactory di Tesla, l’enorme impianto per la produzione di celle al litio per applicazioni automotive (veicoli Tesla) e home storage (Powerwall e Powerpack), è entrato in funzione come previsto dai piani. In dicembre è partita la produzione delle celle nel nuovo formato 2170 per fini di qualificazione.
Il nuovo formato delle celle della batteria per la Tesla Model 3
Nuovo e speciale il formato delle celle che verranno prodotte nella Gigafactory. Oggi il formato standard più diffuso per le celle al litio in moltissime applicazioni è il cosiddetto 18650: cilindrico, con diametro di circa 18 mm e lunghezza di circa 65 mm.
La Gigafactory invece produrrà celle nel nuovo formato 2170, studiato in collaborazione con Panasonic, sempre cilindrico ma che avrà un diametro aumentato a 21 mm e una lunghezza aumentata a 70 mm.
Secondo Tesla, la 2170 sarà la cella con la più alta densità energetica al mondo e sarà anche la più economica.
Nel secondo trimestre del 2017 partirà la produzione di celle destinate alla Model 3. Entro il 2018 la Gigafactory andrà a regime e produrrà celle al litio per ben 35 GWh di capacità all’anno: praticamente produrrà da sola quanto tutte le altre fabbriche di celle al litio del mondo messe insieme producevano nel 2013.
Se assumiamo, per esempio, che una Model 3 abbia una batteria da 60 kWh, e se supponiamo che almeno metà del volume produttivo della Gigafactory sia destinato alla Model 3, questi numeri indicano che sarà possibile per Tesla produrre in proprio batterie per quasi 300mila Model 3 all’anno.
Ovvio che Tesla con questa impresa punti ad assicurarsi dei vantaggi strutturali di costo ed economie di scala irraggiungibili da produttori e impianti più piccoli.
La Gigafactory, quando completamente ultimata, dovrebbe essere l’edificio più grande del mondo. Già oggi copre un’area di 176mila metri quadrati, con 455mila metri quadrati di area operativa grazie alla struttura a più piani.
Numeri, comunque, destinati ad aumentare con il progressivo completamento dell’edificio. La Gigafactory dovrebbe impiegare, a regime, 6.500 dipendenti diretti e generare un indotto di ulteriori 20-30mila addetti nelle vicinanze.
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