5G Italy: il CNIT esplora la rete che verrà

Il Recovery Fund dovrebbe finanziare la rete mobile per industrie, smart cities e self-drive. Scopriamo al 5G Italy del Cnit se l’Italia perderà anche questo treno

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Le auto connesse e la guida autonoma fanno parte della visione che sta modernizzando il rapporto tra persone ed ambiente. La necessaria sensoristica non entra solo a bordo di auto e più in generale dei veicoli di ogni tipo, ma anche nelle città, nelle case e in fabbrica. Motori elettrici, sensori e reti di telecomunicazione sono elementi portanti di questo cambiamento che sullo sfondo si preannuncia verde, ecologico e sostenibile. In questa confusione c’è il rischio di inutile parcellizzazione della spesa, come appena visto per l’elettrico italiano contro l’ipotesi ben coordinata per l’elettrico tedesco.

In particolare, grandi aspettative si pongono nella rete mobile 5G. Il suo reale sviluppo permetterà la coesistenza di un enorme numero di sensori connessi e una loro gestione in tempi idonei, nell’ordine di pochi millisecondi.

5G Italy, l’anno delle realizzazioni

Parlare di 5G equivale a parlare del futuro dei veicoli a guida autonoma. L’appuntamento italiano che meglio ha descritto la traiettoria di questa tecnologia è il 5G Italy, la Conferenza internazionale promossa dal CNIT(*). La terza edizione si svolgerà on-line dal 3 al 5 dicembre: per registrarsi basta andare su questa pagina.

Il 5G richiede fortissimi finanziamenti pubblici e privati. Nell’ultimo periodo, la pandemia e la guerra commerciale Usa/Cina ha rimesso in discussione meccanismi forse discutibili ma comunque stabili. Per andare avanti si attendevano due eventi: il varo del piano NGEU (Next Generation EU) e le elezioni statunitensi, entrambe ormai archiviate.

Fondi europei tra lavoro e modernizzazione

La pandemia che stiamo vivendo ha evidenziato lacune nell’impianto europeo, permettendo ai Paesi membri di trovare un forte accordo sui fondi NGEU (tra cui il Recovery Fund) ed evidenziando asimmetrie nell’implementazione. Al riguardo, si pensi alla politica ostile di Olanda prima, Ungheria poi, con azioni rivolte ad interessi locali e non comunitari. La crisi ha richiesto di allentare il ritmo della modernizzazione nel nome del lavoro. Certo, i fondi potrebbero comunque riportare il cambiamento al ritmo giusto, anche se con un po’ di ritardo su quanto previsto.

Per questo al 5G Italy si parlerà di 5G e NGEU, un’opportunità di crescita strettamente legata alla nostra capacità di ideare progetti innovativi e creare nuovi servizi mobili abilitanti. L’infrastruttura attuale avrà sicuramente bisogno di miglioramenti.

Quaranta miliardi per completare le reti

NGEU assegna all’Italia circa 209 miliardi, dei quali oltre 40 saranno spesi per il digitale, sia infrastrutture, sia servizi. Gli investimenti nel 5G sono stati definiti prioritari dalla Commissione Europea, insieme alla disponibilità di nuove reti in fibra ottica direttamente a casa. Va ricordato che la famosa banda larga/ultralarga in Italia è diventata una barzelletta, ma con questi fondi può essere portata a compimento.

Le domande sul tavolo sono di quelle forti. Come farà l’Italia a spendere questi soldi? Ci sarà un progetto innovativo? Come possono contribuire le PMI innovative italiane coinvolte nella mobilità digitale? Infine, quali sinergie inizieranno tra l’economia digitale, verde e sostenibile?

Venite a scoprirlo online durante la terza edizione del 5G Italy. Ben 67 gli speaker nazionali e internazionali della Conferenza, qui l’elenco completo. Per avere maggiori dettagli sul programma basta consultare il programma.

(*) Il CNIT, Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, si compone di 37 università pubbliche, con oltre 1.300 professori e ricercatori coadiuvati da più di 100 dipendenti tecnici e ricercatori.


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