Perché sulla carta le celle a flusso di Nanoflowcell fanno impressione

I dati dichiarati dal costruttore svizzero sono decisamente affascinanti, al pari della tecnologia che dichiara di sviluppare, ma se facciamo due conti...

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Nanoflowcell celle a flusso

È ormai da tre anni che Nanoflowcell presenta al salone di Ginevra la gamma di concept basate sulle celle a flusso. Del resto automobili che ricavano in modo “pulito” l’energia di cui hanno bisogno mediante celle a combustibile e quindi facendo uso di idrogeno si parla da tempo.

La tecnologia è sempre apparsa potenzialmente molto interessante per l’autotrazione: genera una forma di energia “nobile” e ben sfruttabile come l’energia elettrica; riduce le emissioni inquinanti; ha un rendimento prossimo al 100%; accorcia drasticamente i tempi di rifornimento rispetto a un veicolo elettrico convenzionale.

Ci si scontrava però con la ridotta densità di energia e di potenza e con la relativa complessità e peso del sistema a supporto della reazione.

I vantaggi dell’utilizzo del sistema di Nanoflowcell

Ma NanoFlowCell AG pare aver fatto notevoli progressi nella soluzione di questi problemi. I punti principali dichiarati dall’azienda sono:

  • La potenza erogata è circa 20 volte superiore a quella di fuel cell convenzionali.
  • Grazie alla formula (brevettata) del particolare elettrolita liquido utilizzato, questo ha una densità energetica di 600 Wh/litro.
  • Il costo industriale per produrre questo elettrolita è stimato in meno di 10 centesimi al litro.
  • Gli elettroliti non sono nè infiammabili nè esplosivi.
  • Una vettura basata su questa tecnologia ne ha già dimostrato l’affidabilità e la lunga autonomia, avendo girato per ben 14 ore continuativamente senza inconvenienti.

L’azienda sottolinea anche che il dispositivo è quasi totalmente silenzioso, ha una lunga durata e un funzionamento stabile.

È facilmente scalabile per raggiungere i valori di potenza ed energia desiderati, in quanto questi dipendono dalla superficie della membrana, dal volume dei serbatoi dei reagenti e dal tipo di elettrolita usato.

Nanoflowcell dichiara dati molto interessanti…

La vera sfida è stata integrare questa tecnologia in un’auto. A Ginevra è stata presentata la QUANTiNO, con la quale è stato realizzato un test di guida di 14 ore, consumando mediamente fra i 12 e i 14 kWh per 100 km (ossia circa 120-140 Wh/km, valore in linea con le altre elettriche in commercio anche se non è stato chiarito se si sia seguito il ciclo NEDC o se ci si sia mossi a velocità costante, e quale), e questa energia elettrica è stata prodotta consumando 35+35 litri di elettroliti liquidi.

La società dichiara che l’elettrolita ha una densità energetica di 600 Wh/litro (non è chiaro se per litro o per coppia di litri visto che gli elettroliti nelle fuel cell si consumano in coppia e vanno riforniti in coppia).

Fin qui i dati dichiarati sul comunicato stampa pubblicato sul sito della società.

…ma c’è ancora molto da lavorare per renderli disponibili al pubblico

Partiamo da questo per fare due conti, visto che ci è stato detto che ogni informazione è reperibile sul sito.

Assumendo che la densità energetica sia per litro di elettrolita, confondendo insieme i due diversi elettroliti usati dalla flow cell, se ne deduce che i 70 litri consumati durante il test avevano un contenuto energetico di 42 kWh.

Se durante il test si sono consumati “fra i 12 e i 14” kWh/100 km se ne deduce che nel test sono stati percorsi fra i 300 e i 350 km. Siccome però viene dichiarato che il test è durato 14 ore ed è stato non-stop, per percorrere 300-350 km si sono impiegate 14 ore; quindi il veicolo durante il test avrebbe proceduto a una velocità media compresa tra 21 e 25 km/h.

La carrozzeria della vettura è affascinante, da sportiva da sogno, e dichiara prestazioni ottime, ma se queste sono le velocità alle quali la cella ha finora dimostrato di resistere 14 ore, ovviamente c’è ancora da lavorare.


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4 COMMENTI

  1. […] È ormai da tre anni che Nanoflowcell presenta al salone di Ginevra la gamma di concept basate sulle celle a flusso. Del resto automobili che ricavano in modo “pulito” l’energia di cui hanno bisogno mediante celle a combustibile e quindi facendo uso di idrogeno si parla da tempo. La tecnologia è sempre apparsa potenzialmente molto interessante per l’autotrazione: genera  […]

  2. Ogni volta che vado sul sito della nanoflowcell penso “troppo bello per essere vero”. Se avessero tutto quello che affermano, ormai avremmo visto la loro tecnologia adottata dai maggiori venditori di auto elettriche, dato che non c’è paragone con le batterie al litio.
    O la sparano grossa per avere finanziamenti ( il loro CEO ha dei precedenti a riguardo) o c’e’ qualche inghippo tecnico non facile da risolvere di cui non parlano.
    Un particolare “tecnico” importante, dichiarato sul loro sito, è che al contrario delle celle di flusso tradizionali il loro elettrolita una volta scaricato non rimane a bordo dell’auto ma viene espulso in forma “vaporizzata” … quindi esiste una emissione, di che cosa non lo sappiamo.
    Altra cosa rilevante, sempre dichiarata sul loro sito, è che il quantino, al contrario della quant-e, funzionerebbe a basso voltaggio (50V), con cui riuscirebbero comunque a comandare i motori ad ogni ruota grazie all’uso di supercondensatori.
    Non ci resta da dire “chi vivrà vedrà”. Intanto pero’ le batterie al litio stanno facendo importanti passi avanti, la prossima geneazione di auto elettriche avrà autonomia teorica di 300km e prezzi al di sotto dei 30000 euro, per cui se alla nanoflowcell non si danno da fare la loro tecnologia (se esiste) rimarrà nel cassetto, il che sarebbe un peccato.
    P.S : esiste una società spagnola-cinese (www.grabat.es) che fa dichiarazioni clamorose, alla nanoflowcell, sulle loro batterie al graphene. Loro però non hanno una auto elettrica dimostrativa … per ora 🙂

  3. Scusate ma 600Wh/l , l’auto ha funzionato? Quindi funzionano giusto? Chissenefrega dell’applicazione sull’automotive, servono soluzioni su scala e in fretta per lo stoccaggio rinnovabile! Se anche avessero 300Wh/l di densità energetica reale con efficienza all’ 80% e costo di pochi centesimi al litro, è di gran lunga meglio usarle nelle megacisterne da centinaia di migliaia fino a milioni di litri di capacità per stoccare enormi quantità di energia dalla rete da fonti rinnovabili! Due megacisterne da 1 milione di litri riconvertite da vecchie raffinerie o impianti di stoccaggio da fonti fossili potrebbero accumulare ben 300 GWh , 300.000.000 Wh di energia elettrica , cioè un accumulo energetico pari a diversi giorni per l’intera Nazione!! anche con un paio di euro al litro di costo di elettrolita sarebbe un investimento ridicolmente basso e data l’enorme disponibilità fisica amsqrebbero trascurabili anche eventuali perdite di efficienza.

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