Milano obbliga tutti i distributori di carburante a dotarsi di colonnine di ricarica entro gennaio 2023

Gli oltre 300 distributori si dovranno dotare di una colonnina di ricarica, questo potrebbe portare la loro presenza anche nelle zone periferiche della città attualmente sguarnite

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milano colonnine distributori

Con una ordinanza varata il 19 novembre 2020, il Comune di Milano ha approvato il “Regolamento per la qualità dell’aria” che fra le altre cose bandisce dal 1 gennaio 2021 il fumo di sigaretta all’aperto (fermate bus, parchi, stadi, ecc.) tranne che in luoghi isolati (a non meno di 10 metri da altre persone). Addirittura dal 1 gennaio 2025 il fumo sarà vietato in tutte le aree pubbliche all’aperto.

Ma quel che interessa da vicino il tema della mobilità sostenibile è che nella stessa ordinanza si introduce una novità rivoluzionaria in Italia: l’obbligo per tutti i punti di vendita di carburante (attualmente se ne contano circa 300 in città) di dotarsi di colonnine di ricarica per auto elettriche. Questa mossa consoliderà ulteriormente il ruolo di Milano come città “paradiso italiano delle auto elettriche“.

I termini per l’installazione di colonnine nei distributori

In particolare, tutti i distributori esistenti dovranno presentare un progetto entro il 1 gennaio 2022, e dovranno procedere all’installazione entro il tempo di 12 mesi dalla data in cui avranno presentato il progetto.

Non ce la si potrà cavare adducendo ostacoli tecnici all’installazione della colonnina nell’area di servizio, perché in tal caso la stessa ordinanza prevede che quella colonnina vada comunque realizzata, anche se installandola in una area pubblica diversa dall’area di servizio e comunque sempre entro il 1 gennaio 2023.

La decisione va senz’altro nella direzione giusta, dato che gli incentivi, anche molto generosi, all’acquisto di auto elettriche, se non vengono accompagnati da uno sviluppo adeguato della rete di ricarica, rischiano di generare situazioni ingestibili.

Possibili effetti dell’ordinanza

Tuttavia temiamo che avrà anche, come effetto collaterale, quello di far chiudere un numero non trascurabile di piccoli impianti, già oggi traballanti per lo scarso giro d’affari e l’impossibilità di praticare prezzi competitivi, e già candidati alla chiusura ma che finora resistevano a stento.

Ora il dover anche investire nella colonnina potrebbe dare il colpo di grazia e indurli a cessare l’attività, il che sarebbe un parziale boomerang se lo scopo era quello di aumentare rapidamente il numero di colonnine sul territorio comunale. Una possibile soluzione potrebbe venire da uno schema in cui a sobbarcarsi il costo dell’installazione della colonnina non sia il gestore ma un operatore energetico specializzato, desideroso di espandere velocemente la propria rete in città.

Di positivo, comunque, vi è che questa strategia dovrebbe portare a una riequilibratura della distribuzione geografica di colonnine a Milano, dato che nel centro storico (in cui finora si sono concentrate le iniziative di installazione colonnine di ricarica) ci sono pochissimi distributori di carburante: l’effetto si vedrà soprattutto in periferia, dove al contrario abbondano i distributori mentre le colonnine sono troppo poche (in rapporto alla popolazione e all’area di territorio), oltre a essere spesso arretrate come tecnologia e scadenti come manutenzione, soprattutto nel caso delle pochissime fast esistenti in città.


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1 COMMENTO

  1. certo che se le colonnine elettriche non vengono messe dal comune stesso nelle strade, dove la gente le può caricare quando stanno a casa, la vedo difficile la ricarica. Chi si mette al distributore aspettando 3 ore che la macchina sia ricaricata?

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