Ricarica wireless per auto elettriche: grande comodità o grosso spreco?

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Si susseguono i lanci di soluzioni per ricaricare senza fili i veicoli elettrici, ma qualche dubbio viene se si valutano le caratteristiche

All’ultimo Electric Vehicle Symposium di Barcellona, due aziende, una americana, Qualcomm con Halo, e una svizzera, Brusa, hanno presentato soluzioni per la ricarica wireless di veicoli elettrici, un tema sicuramente di grande attualità anche se più propriamente si dovrebbe parlare di trasferimento wireless di energia: una volta trasferita senza fili l’energia al ricevitore a bordo, la ricarica a bordo del veicolo si svolge in modo convenzionale.

Come funzionano. Entrambi i sistemi presentati sfruttano un campo elettromagnetico tra una bobina trasmittente integrata nel pavimento dei locali e una ricevente integrata nel pianale dell’auto.

In particolare la bobina a terra è bene abbia grandi dimensioni, sia per meglio tollerare leggeri errori di allineamento nel parcheggiare l’auto sul sito di ricarica, sia per consentire la trasmissione di un flusso di energia più intenso, con l’obiettivo di una ricarica più rapida (quest’ultimo obiettivo richiede una bobina più grande anche sull’auto). A seconda dei modelli, la soluzione Qualcomm può trasferire 3.3 kW, 6.6 kW o ben 20 kW.

Sicurezza. Naturalmente, con potenze simili è assolutamente necessario che il sistema si autoescluda qualora qualche oggetto estraneo dovesse interporsi fra le due bobine, cosa che entrambi i sistemi presentati dichiarano di fare mediante un sistema di rilevamento ostacoli che nel caso spegne istantaneamente il campo elettromagnetico.

Pur con tutti i vantaggi e gli accorgimenti del caso, la ricarica wireless appare comunque come una aggiunta alla funzionalità di base della ricarica via cavo che, per sicurezza, non può non rimanere: ove disponibile sarà probabilmente preferita la ricarica wireless, ma in mancanza di questa, è impensabile che il guidatore non possa sfruttare una colonnina tradizionale solo perchè la sua auto non è provvista della presa di ricarica standard.

Quindi, primo punto, il sistema di ricarica wireless è da considerarsi come un add-on e non come un sostituto del sistema standard, con conseguente aggravio di costi per l’auto. 

Costi addizionali sono infatti da mettere in conto anche per l’infrastruttura di ricarica nelle autorimesse pubbliche e private, per la quale vale un discorso analogo: dovendo essere fruibile da tutte le auto elettriche, se sarà dotata di sistema wireless non potrà comunque accantonare le classiche colonnine per ricarica a cavo, e anche questo comporterà una duplicazione di sistemi e costi (un sistema di ricarica wireless costa attualmente tre-quattro volte uno a cavo).

Terzo, ma non meno importante, è il problema dell’efficienza energetica del trasferimento wireless, un processo che comporta perdite anche del 10%. Un’auto elettrica per la cui ricarica occorrano, poniamo, 100 kWh alla settimana, richiede circa 5000 kWh/anno: se la ricarica avvenisse mediante sistema wireless, ciò significherebbe che ogni anno verrebbero sprecati ben 500kWh.

A seconda del costo dell’energia e del valore che il proprietario assegna alla comodità di ricarica, questo spreco potrebbe anche venire considerato accettabile, ma di certo non depone a favore dell’efficienza energetica complessiva dell’auto elettrica.


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