Dopo le sperimentazioni presso ATC a La Spezia e GTT a Torino, anche Roma sperimenta SmartBus, l’autobus elettrico a superconsensatore, sulla linea 64 tra Termini e Stazione S. Pietro. A Stazione S. Pietro c’è la cabina di ricarica veloce Chariot, mentre in deposito la ricarica avviene più lentamente da un connettore specifico.
Abbiamo fatto un giro completo sul nuovo bus e ve ne presentiamo gli aspetti più salienti nel video di apertura: abbiamo visto la salita del connettore e la relativa carica veloce a Stazione S. Pietro, l’ampiezza dello spazio interno, un completo giro andata-ritorno per Roma, l’arrivo a Termini (dove non c’è carica) e lo sportello che cela il connettore di ricarica che si usa la mattina al deposito, dove non è installata la cabina di ricarica veloce. Il supercondensatore carica in dieci minuti, ha un ciclo di vita lungo, non usa chemicals da batteria e non richiede una rete di ricarica: ecco le principali caratteristiche dello Smartbus.
Il nuovo autobus presenta minori pesi e ingombri interni, grazie all’impiego di un sistema di accumulo “a ultracondensatore” di ultima generazione ad elevata potenza e densità energetica.

E-CO Hev, spin-off del Politecnico di Milano, ha studiato il supercondensatore, facendolo produrre alla cinese Aowei. Il progetto è protetto da brevetti: Greenstart sta cercando di avere maggiori ragguagli. Negli ultimi anni, bus di questo tipo sono stati venduti in diverse parti d’Europa.
Ma cos’è un supercondensatore o supercapacitore?
Il supercapacitore è un dispositivo di grande carica a ridotta resistenza interna. La carica avviene in pochi minuti, mentre la scarica -ovvero la disponibilità di alte correnti- è immediata. Rispetto alle batterie ha costo, spazio e peso molto ridotti, anche se al momento la capacità di carica complessiva è minore rispetto a quella di un battery pack.
Non usa materiali chimici particolari e non funzionando su reazione chimica non richiede uno smaltimento ed ha una durata lunghissima.Alle volte, per sottolineare la nuova generazione di dispositivi, si usa anche il termine “ultracapacitore”.

Il capacitore di Emmett Brown in Ritorno al futuro
Un termine simile è entrato anche nella cinematografia. Nella trilogia di Ritorno al futuro, infatti, il propulsore temporale di Doc Emmett Brown si chiamava “Flux capacitor”. In italiano diventò “flusso canalizzatore”.

Quali aziende concorrono alla produzione dello SmartBus
Il veicolo è prodotto dal Consorzio SmartBus, una joint venture tra E-CO, la cinese Higer e l’israeliana Chariot. La Chariot Motors fa le cabine di ricarica, 750 kW @ 500A. Il motore elettrico a magneti permanenti è Siemens. Il supercapacitore è realizzato dalla cinese Aowei su progetto di E-CO. Il bus e il sistema frenante vengono dalla Higher.
Anche gli pneumatici hanno la loro particolarità. Vengono infatti usati i Pirelli MC 01 e-URBAN, nella misura 275/70 R 22.5, sviluppati da Prometeon per il trasporto elettrico: la bassa resistenza al rotolamento ne aumenta l’autonomia.
SmartBUS è in grado di recuperare circa il 50% dell’energia dalla frenata. Gli ultracondensatori di differenti capacità, disponibili nei vari modelli di SmartBUS da 8, 12 e 18 metri, consentono con una singola carica percorrenze fino a 45 km. È stato presentato a Roma negli ultimi giorni della giunta Raggi.
Un Total cost of ownership vantaggioso nel tempo
Oltre ad essere un veicolo green, SmartBus comporta notevoli risparmi economici. Spiega Paolo Bernardini, Ceo di E-CO: “Le caratteristiche tecniche consentono di quantificare per ciascun SmartBUS su 10 anni un risparmio di almeno 250.000 euro rispetto al miglior autobus a batteria”.
Nella stima non sono considerati dei risparmi i costi di smaltimento delle batterie, inesistenti per lo SmartBus, così come i costi di realizzazione dei siti di ricarica in deposito e per il rifornimento elettrico, tutti abbattuti con SmartBus.