Recupero di energia in frenata: quanto petrolio abbiamo risparmiato?

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Recuperare energia dalle frenate anziché dissiparla in calore, i casi di Ford e Audi sottolineano i benefici di questa tecnologia a bordo delle auto

Più o meno tutte le vetture elettriche o ibride hanno sempre avuto una qualche forma di recupero di energia in frenata, principalmente per estendere la durata delle batterie ricaricandole in queste fasi, ma l’altra faccia della medaglia sta nel fatto che ovviamente così facendo anche i consumi si sono ridotti. Di quanto?

Ford ha recentemente stimato che anche solo contando i soli veicoli Ford elettrici o ibridi finora prodotti, per effetto del recupero di energia in frenata finora sono stati risparmiati complessivamente circa 400 milioni di litri di benzina! Se si pensa che veicoli Ford con queste caratteristiche sono in produzione solo dal 2004 e che i volumi commercializzati non sono ancora paragonabili con quelli delle normali auto termiche, e che, infine, Ford naturalmente non è l’unico produttore di auto con un qualche sistema di “frenata rigenerativa”, si vede subito come il fenomeno abbia dimensioni ancora più imponenti e soprattutto un potenziale di crescita ancora più ragguardevole.

Non solo, ma sono in atto notevoli sforzi progettuali per elevare il più possibile la percentuale di energia recuperata in frenata. I primi sistemi di Ford, per esempio, utilizzavano uno schema di frenata rigenerativa “parallela” in cui i classici freni ad attrito e quelli a recupero d’energia lavoravano sempre in tandem.

Un decisivo miglioramento del tasso di recupero si è quindi avuto in una nuova generazione di schemi frenanti, in cui la frenata è nella maggior parte delle situazioni esclusivamente elettromagnetica e a recupero di energia, con i tradizionali freni ad attrito che entrano in funzione solo per l’arresto definitivo o per le frenate così intense da superare anche la capacità di assorbimento di corrente del sistema elettromagnetico.

Con queste ultime evoluzioni, Ford afferma di aver raggiunto un tasso di recupero dell’energia cinetica intorno al 95%, contro il 30-50% a cui ancor oggi si limitano sistemi meno sofisticati utilizzati da alcuni concorrenti.

Audi dal canto suo ha dimostrato che la frenata rigenerativa della sua R8 e-tron è talmente efficiente nel recupero “utile” di energia, e talmente efficace come meccanismo di frenata, da potersi quasi fare a meno della frenata tradizionale perfino nell’uso in pista. In queste condizioni, la riduzione delle dissipazioni termiche rimaste a carico del sistema di co-frenata ad attrito è tale che i dischi dei freni della vettura potevano essere toccati senza scottarsi perfino dopo il giro record effettuato sul circuito del Nürburgring!

Dal che si deduce un ultimo vantaggio, non meno importante per gli automobilisti: grazie alla frenata rigenerativa, dischi e pastiglie durano molto più a lungo.


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