Twizy Way, un buon successo anche senza le colonnine di ricarica

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Renault lancia un test di noleggio di Twizy in un centro vicino a Parigi, ma il Comune non piazza i punti di ricarica. Anche in Francia mancano i soldi. E allora l’auto la lasci dove vuoi  

Se tutti i pezzi del puzzle della mobilità sostenibile non adranno al loro posto, allora le sperimentazioni anche positive con auto elettriche saranno sempre azzoppate. E’ il caso del progetto Twizy Way by Renault , il servizio lanciato in Francia dalla casa automobilistica basato sul noleggio della Twizy, il piccolo e originale quadriciclo elettrico. Avviato come test a Saint-Quentin-en-Yvelines, un centro di 78mila abitanti nei pressi di Parigi, il progetto però non è stato supportato dal comune che non ha piazzato le colonnine di ricarica previste sul territorio.

Le cinquanta Twizy a disposizione possono muoversi in un’area di 27 km quadrati e da giugno 2012 sono stati 742 gli iscritti con un’età media di 37 anni e una percorrenza media del noleggio di 4,4 km con 15 minuti di durata.

L’auto può essere ritirata in qualsiasi punto e lasciata ovunque nell’area coperta dal servizio e la prenotazione avviene tramite una app, che segnala la Twizy più vicina e il livello della ricarica, via Internet o di persona tramite un ufficio. Si pagano 15 euro per l’iscrizione e per ritirare la tessera magnetica con la quale accedere al servizio che, come spiega una nota dell’Ansa, può essere prenotato almeno 15 minuti prima del noleggio. Si paga solo l’uso effettivo del veicolo: la tariffa è di 0,29 euro al minuto o 11,90 euro per un’ora consecutiva. Tutto viene poi addebitato sul conto corrente.

A quasi un anno dal lancio, secondo un sondaggio condotto da Renault, attraverso uno studio dalla societa’ Hck (House of common knowledge), il 92% delle persone intervistate si ritiene soddisfatto di Twizy Way by Renault. Il servizio viene utilizzato per piccoli tragitti, per esempio, per andare a fare la spesa o per recarsi in banca, oppure per raggiungere qualcuno per poi prendere un altro mezzo di trasporto.

Il problema vero è però la ricarica. In mancanza delle colonnine l’ultimo che la usa la lascia dove vuole. Gli utenti infatti sono invitati da una voce guida a lasciare l’auto nel momento in cui la ricarica è a livelli bassi (intorno al 18%). Poi arriva la squadra della Renault a prenderla e a ricaricarla presso il centro di ricerca della società.

Secondo la prova effettuata da TgCom con trenta chilometri di percorrenza, guidando in maniera veloce, la batteria aveva circa il 60% della carica. In teoria l’autonomia sarebbe stata di 75 km contro i cento dichiarati da Renault.
 
 


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