L’anno che verrà, cosa ci aspettiamo dal 2021 nel mondo della mobilità elettrica

Un anno particolarissimo si è chiuso, ma cosa ci riserva il 2021? Greenstart prova ad azzardare qualche previsione per il nuovo anno, in particolare con riferimento ai temi della mobilità sostenibile. Ci azzeccheremo? Ai posteri l'ardua sentenza!

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Il mondo delle auto elettriche è attraversato da annunci, esitazioni, fughe in avanti, scetticismo, entusiasmo, liti ideologiche, campanilismi, rimpianti, ammirazione. Di sicuro è un campo in rapidissima evoluzione, e il ritmo dell’evoluzione è in accelerazione. Prevederne i trend, anche solo a un anno, non è quindi impresa facile, al punto che si rischia di assomigliare a un oroscopo di fine anno.

In base alla visibilità oggi disponibile, ai trend tecnologici e industriali osservati nel recente passato, alla credibilità che attribuiamo a varie fonti e annunci e alla sensibilità che Greenstart ha sviluppato occupandosi da 10 anni di veicoli ecosostenibili, vi proponiamo le seguenti previsioni per il 2021. Molte, inevitabilmente, riguardano Tesla, che da un lato è un po’ il barometro di ciò che può avvenire nel settore delle EV di cui è leader, dall’altro è circondata di osservatori attentissimi che forniscono una visibilità inesistente riguardo ai car maker tradizionali.

Arrivederci fra un anno esatto per controllare quante ne avremo azzeccate ! E, naturalmente, nel frattempo saranno i benvenuti i vostri commenti su questa pagina.

Prezzo delle batterie continuerà a scendere

Prevediamo che Tesla durante il 2021 annuncerà di (o lascerà intendere di, o sarà stimata da qualche ricerca indipendente) aver raggiunto un prezzo medio per kWh (per battery pack completi) vicino ai 90 dollari

in ulteriore calo di un 20% circa rispetto al livello attuale, recentemente stimato da una ricerca Bloomberg intorno a 115$. A questo potrebbe contribuire l’introduzione dei nuovi elementi 4680, di cui Panasonic si è detta recentemente pronta a iniziare la produzione, in anticipo sui tempi previsti da Tesla per produrla da sè.

Idrogeno: realtà, illusione o delusione?

Il tema dell’idrogeno nell’autotrazione è ampio, con implicazioni da conoscere approfonditamente prima di farsi un’opinione e per evitare facili illusioni che rischierebbero di tramutarsi in delusioni. E’ una tecnologia che ha potenzialità maggiori di quanto pensino i suoi detrattori, ma anche complessità maggiori di quelle riconosciute dai suoi sostenitori.

È una tecnologia la cui riuscita, o fallimento, dipenderà più dalle esternalità (come i rendimenti complessivi lungo la filiera di produzione, trasporto, distribuzione e stoccaggio, o i ciclopici investimenti ormai effettuati da tutti i principali big player sull’ecosistema delle auto a batteria e relativa rete di punti di ricarica) che dalle sue forze o debolezze intrinseche. La situazione è comunque in continua evoluzione, quindi abbiamo deciso di dedicare al tema dell’idrogeno e a tutte le sue complesse sfaccettature una sezione fissa in periodico aggiornamento.

Per il 2021 comunque la nostra previsione è che l’impeto che attualmente caratterizza i piani, le normative, gli investimenti e gli annunci non subirà deviazioni significative rispetto all’attuale obiettivo che continuerà a ruotare intorno a veicoli a batteria e colonnine di ricarica.

L’anno del gruppo Volkswagen (Audi-Seat-Skoda) basati su piattaforma Meb

La famiglia di modelli basati sulla piattaforma MEB è destinata ad espandersi molto rapidamente. I dati definitivi 2020 saranno disponibili a inizio 2021, ma se consideriamo che la Volkswagen ID.3, per ora l’unico modello della gamma, già a ottobre 2020 è stata l’elettrica più venduta in Europa, con oltre 10mila immatricolazioni nel mese (seconda la Zoe con oltre 9.700 seguita dalle coreane Kona e Niro e dalla Peugeot 208; quasi assente invece la Model 3, forse in attesa dell’arrivo di nuove navi cargo da Usa e Cina, di cui infatti si sono poi visti gli effetti a novembre…), e tenendo conto che la produzione è logicamente in aumento con la messa a regime degli impianti, e che sta iniziando l’invasione di nuovi modelli derivati, come la crossover ID.4, più in sintonia con la moda dei crossover/Suv rispetto alla ID.3, e che inoltre, a differenza della ID.3, sarà venduta anche in Usa già dal primo trimestre 2021, o la sua parente Skoda Enyaq iV (a listino anche in Italia da novembre), o la Seat/Cupra el.Born (cugina della ID.3 ma di aspetto più intrigante, sia dentro sia fuori); e che anche Wolfsburg sta venendo adattata alla produzione di modelli elettrici, andandosi ad aggiungere a Zwickau la cui capacità a regime (teoricamente già raggiungibile nel 2021) è prevista essere di 330mila auto all’anno, ci rendiamo facilmente conto che ci sono tutti gli ingredienti per aspettarsi che nel 2021 Volkswagen si avvicini molto ai volumi produttivi di Tesla. In effetti la strategia Volkswagen punta a superare Tesla nel 2022 come leader di volumi EV prodotte, e di arrivare nel 2023 a produrre 1 milione di auto elettriche all’anno e nel 2025, 1.5 milioni.

Per il 2021 prevediamo che 350mila auto, o anche più, basate su piattaforma Meb siano altamente probabili anche se scarseggiano informazioni sulla disponibilità di un adeguato approvvigionamento di celle e battery pack per volumi così alti.

VW appare meno verticalmente integrata di Tesla sotto questo aspetto e dipendere quindi maggiormente da fornitori esterni. Eventuali difficoltà su questo versante potrebbero impedire il pieno dispiegamento della capacità produttiva dei plant di assemblaggio, nonostante gli investimenti multimiliardari effettuati dal colosso tedesco. Per avere un’idea dei numeri in gioco, guardate questa tabella che si riferisce al mese di novembre 2020 (fonte ev Sales).

Un altro aspetto che se non affrontato con decisione potrebbe ostacolare la piena riuscita dei piani VW è l’atteggiamento della rete di vendita, che in un recentissimo studio pubblicato da Greenpeace a dicembre 2020, dal suggestivo titolo “Con il freno a mano tirato“, è apparsa sorprendentemente poco incline a promuovere le vendite della ID.3 rispetto a una Golf, nonostante i finti acquirenti dell’indagine si presentassero ai dealer dichiarando di avere abitudini di utilizzo dell’auto descritte in modo tale da apparire idonee, secondo la visione Volkswagen, all’acquisto di un’auto elettrica. Stando ai risultati dello studio solo una piccola minoranza dei dealer hanno consigliato una ID.3, e alle domande degli acquirenti su temi chiave concernenti l’uso di un’auto elettrica, in circa la metà dei casi o non si è saputo rispondere o sono state date risposte sbagliate. Il freno a mano sarà rilasciato quando la produzione sarà pronta a rispondere a un impetuoso aumento della domanda?

Nuovo obiettivo per le vendite Tesla

I dati definitivi del 2020 si conosceranno solo dopo metà gennaio, ma prevediamo che Tesla riuscirà a raggiungere e forse superare le 190mila unità vendute nel quarto trimestre 2020, per un totale annuale di oltre 510mila vetture vendute, con un aumento del 35% circa rispetto alle vendite del 2019. Decisivi sono stati anche i messaggi di sprone mandati da Elon Musk ai dipendenti Tesla durante l’anno, e forse anche un ulteriore incentivo last minute, sempre annunciato direttamente da Musk in un tweet del 29 dicembre, per le immatricolazioni che si riusciranno a completare negli ultimi 3 giorni dell’anno.

Ci potrebbe essere la sorpresa dell’annuncio che in Cina, già a dicembre 2020 sono state vendute le prime Model Y prodotte localmente a Shanghai (a metà dicembre infatti ne sono state avvistate alcune decine sul piazzale dello stabilimento, accuratamente celate alla vista coprendole con dei teli).

Per il 2021 prevediamo che la crescita anno su anno sarà analoga, del 35% circa, dato che continuerà ad aumentare la produzione nelle Gigafactory esistenti (specialmente in quella di Shanghai) e contemporaneamente cominceranno produzioni, seppur su piccola scala, le due nuove Gigafactory a Berlino e in Texas.

Quella di Berlino in particolare potrebbe iniziare le operazioni su piccola scala verso metà anno, mentre da quella in Texas per il Cybertruck sarà più difficile che arrivino volumi significativi entro il 2021.

Ci aspettiamo che negli Usa le vendite siano sostenute da incentivi alle auto elettriche che l’amministrazione Biden con ogni probabilità reintrodurrà, ove scaduti, o rafforzerà. Gli incentivi potrebbero essere rivisti nelle regole di erogazione per consentire nuovamente a Tesla di beneficiarne, dato gli incentivi Usa federali in vigore fino al 2019 erano decrescenti e legati al volume cumulativo di veicoli venduti; raggiunti i 200mila, iniziano uno schema trimestrale di calo degli importi concessi, fino a raggiungere lo zero. Tesla aveva perso il diritto a beneficiarne già dal 1 gennaio 2020.

Incentivi auto green in Italia

Nel 2020 sono rimasti inutilizzati decine di milioni di euro di incentivi per l’acquisto di auto full electric. Sono invece andati a ruba quelli per le auto diesel e benzina “poco” inquinanti.

La situazione al 31 dicembre 2020 dei fondi per i tre tipi di incentivi statali per acquisto di auto a basse emissioni

La situazione era complessa, con una sorta di stratificazione, un poco difficile da interpretare anche per gli addetti ai lavori, dell’Ecobonus triennale (ancora 49 milioni disponibili) e degli incentivi “periodo lockdown” varati con il cosiddetto DL Agosto (tutti esauriti per tutte le fasce di emissioni) e DL Rilancio (2.5 milioni ancora disponibili). Qualche evidente contraddizione c’è stata fra la strategia (favorevole ai veicoli elettrici o almeno plug-in) e la tattica resasi necessaria per il rallentamento economico causato dalla pandemia (incentivi anche alle termiche Euro 6 per evitare la crisi del settore e l’affollamento dei piazzali).

Per sapere tutto degli incentivi 2021 (incluso il 40% di sconto legato all’Isee) vi rimandiamo al nostro articolo di approfondimento con grafici e tabelle.

Per il 2021, dato per scontato l’esaurimento lampo dei fondi (250 milioni, con scadenza a giugno) per sussidiare l’acquisto di normali Euro 6 termiche o ibride, prevediamo che, a differenza del 2020, i fondi a disposizione per le elettriche (120 milioni) non resteranno inutilizzati, ma che anzi non bastino nemmeno per arrivare a fine anno e debbano essere rifinanziati molto prima (sperando che la linea del Governo a riguardo non cambi).

Teniamo conto, infatti, che 120 milioni di euro, con incentivi da 10mila euro in caso di rottamazione (di cui 8mila a carico dello Stato) consentono di incentivare l’acquisto di 15mila auto elettriche, pari a una media di poco più di 1000 al mese. Considerato che in Italia nel 2020 se ne sono vendute 25000 (quota annuale 2%) ma ben 4800 nel solo mese di novembre 2020 (quota mensile 3.4%), è evidente l’accelerazione che le vendite di BEV stanno facendo registrare, anche grazie al continuo arrivo di modelli interessanti e all’aumento dell’interesse per la mobilità elettrica, perciò è scontato che i fondi termineranno molto presto.

Un aiuto verrà anche dai 20 milioni di euro che sono stati destinati esclusivamente all’acquisto di auto elettriche di costo non superiore a 30mila euro+IVA (36600 euro) e da parte di soggetti con un Isee non superiore a 30mila euro. In questo caso l’erogazione media si aggirerà sui 12mila euro e le auto incentivabili saranno circa 1.500, che si sommeranno alle 15mila dell’ecobonus. Data la limitazione al prezzo, prevediamo che le principali beneficiarie dell’incentivo condizionato all’ISEE saranno Fiat 500, Peugeot e-208, Renault Zoe, Opel Corsa-e. E naturalmente la dirompente Dacia Spring.. sempre che arrivi sul mercato prima che la festa incentivi sia già finita.

Gigafactory tra Berlino e Texas

Nonostante, come hanno mostrato le cronache da Berlino negli ultimi mesi, siano costantemente in agguato gli ostacoli creati da complicazioni burocratiche o obiezioni ambientali,

prevediamo che i piani Tesla per la nuova Gigafactory, la prima in Europa, trovino sostanziale attuazione nei tempi previsti e che la GF Berlin inizi la produzione nel 2021.

Si potrebbero vedere i primi veicoli, quasi certamente delle Model Y, e delle versioni top (per rallentare un poco la domanda dando tempo al neonato plant di andare a regime prima di consegnare le versioni più a buon mercato) uscire già a metà anno.

Per quanto riguarda l’altra Gigafactory in costruzione, quella in Texas, prevediamo che a metà 2021 la struttura dell’edificio sarà completata e sarà già in corso l’installazione delle attrezzature. Ci aspettiamo di veder uscire piccoli quantità dei primi esemplari di veicoli prodotti (quasi sicuramente dei Cybertruck) entro l’anno.

Giga Press

Ricordiamo che le Giga Press sono le più grandi macchine al mondo per pressofusione ad alta pressione, orgogliosamente realizzate in Italia per Tesla dall’azienda bresciana Idra: si ha notizia che finora Tesla ne abbia previste 22 per i suoi vari impianti, fra installate, in allestimento o ordinate. Attualmente risulta che ne siano presenti a Fremont (2 già consegnate e operative), Berlino (8 in arrivo, già iniziato lo scaricamento dai camion delle componenti della prima) e Shanghai (almeno 1 operativa, almeno 3 in fase di assemblaggio lo scorso ottobre).

gigapress-idra-tesla

Prevediamo che entro il 2021 saranno entrate in servizio le Giga Press, oltre a Fremont, in tutte e le tre Giga Factory di Shanghai, Berlino e Texas. Prevediamo anche che entro il 2021 sarà mostrato il giga casting anteriore per la Model Y prodotta a Berlino per il mercato europeo, e che in Cina verrà adottata la stessa soluzione (previa disponibilità di un sufficiente numero di Giga Press pienamente operative a Shanghai)

Tesla Model Y finalmente in Europa

Oltre a essere un modello molto atteso dal mercato europeo, la Model Y venduta in Europa, che sarà prodotta a Berlino, avrà una struttura modificata in quanto adotterà la tecnica produttiva della pressofusione, mediante le Giga Press, non solo per la parte posteriore della scocca (come già avviene per le Model Y prodotte da tempo a Fremont e per quelle che stanno iniziando da poco a esserlo a Shanghai) ma anche per quella anteriore.

Anche considerando che Musk ha più volte ripetuto che la Model Y sarà venduta in Europa solo quando potrà essere prodotta localmente, e che mostrare una Gigafactory in costruzione è una cosa, ma mostrare una Gigafactory che inizia a sfornare veicoli è un’altra cosa.

Prevediamo che Tesla farà ogni sforzo perché già nel 2021 si vedano, anche se in piccoli volumi, delle Model Y uscire dalla GF Berlino, probabilmente da subito con avantreno ottenuto in single casting come il retrotreno.

Sarà poi interessante vedere se il solito Sandy Munro riuscirà a procurarsi un esemplare sfornato dalla GF europea per sviscerare, in uno dei suoi approfonditi video, gli ulteriori macrocomponenti strutturali della scocca (avantreno) per ora assenti nelle Model Y prodotte in Usa.

Rete SuperCharger in espansione

A fine 2019 la rete aveva 15mila punti di ricarica in tutto il mondo. A novembre 2020 ha raggiunto quota 20mila e a dicembre è stato annunciata la costruzione di una fabbrica in Cina per produrre a regime 10mila Supercharger all’anno che si aggiungeranno a quelli, ormai tutti del tipo V3 da 250 kW, prodotti nella Gigafactory di Buffalo, nello stato di New York, al fine di sostenere l’ulteriore espansione della rete.

Tesla SUpercharger sviluppi

Prevediamo che a fine 2021 la rete Supercharger crescerà a un ritmo quasi doppio rispetto a quello del 2020, arrivando a sfiorare i 30mila punti di ricarica, con uno sviluppo impetuoso soprattutto in Cina.

È degli ultimi giorni la notizia che Tesla, battendo il suo stesso precedente record di 46 Supercharger installati in un impianto californiano, ha inaugurato la sua più grande stazione Supercharger, un enorme impianto da ben 72 stalli, stavolta ubicato indovinate dove? Ma in Cina, naturalmente! Peccato si tratti di un impianto in tecnologia V2 da “soli” 150 kW.

Nuovi modelli di auto elettriche in arrivo nel 2021

Il 2021 vedrà l’arrivo di modelli di particolare interesse da parte di vari costruttori. Alcuni già annunciati o a listino devono solo iniziare le consegne, mentre altri si conoscono ancora solo superficialmente. Le novità comunque non mancheranno di rinfocolare l’interesse, in continua ascesa, per le auto elettriche e, in misura minore, anche per le ibride. Dei numerosi modelli del gruppo Volkswagen su piattaforma Meb abbiamo già parlato in sezione a parte. Qui vi proponiamo una selezione di quelli che riteniamo i più interessanti fra gli altri attesissimi debutti.

Dacia lancerà la sua Spring Electric, che va a indirizzare una nicchia di mercato non adeguatamente presidiata (prezzi stimati da 20mila euro prima degli incentivi) e sulla quale ha il potenziale di innescare una rivoluzione. Look da crossover urbano da 3,73 metri con 300 litri di bagagliaio e divano abbattibile, raggio di sterzata 4,8 metri, batteria da circa 27 kWh e 225 km WLTP di autonomia (295 in ambito esclusivamente urbano), motore da 43 CV e 125 Nm, velocità 125 km/h, ricarica DC a 30 kW in 50 minuti, alcune funzioni controllabili da app, infotainment 7 pollici con Android Auto e Apple CarPlay, assistente al parcheggio con telecamera. Dopo gli incentivi 2021 potrebbe costare 10 mila euro, o ancora di meno in caso di incentivi regionali cumulabili con quelli statali. Semplicemente dirompente. Prenotazioni e vendite dalla primavera, consegne dall’autunno.

Entro l’anno Tesla lancerà la nuova evoluzione della Model S con il nuovo powertrain Plaid a tre motori con 1100 CV complessivi, 0-100 in circa 2 secondi, quarto di miglio in meno di 9 secondi, velocità oltre 320 km/h, autonomia oltre 830 km e battery pack basato sulle nuove celle 4680. Molto interessante il valore di autonomia (in attesa dei 1000 km promessi dalla futura Roadster). Dovrebbe inoltre tornare a essere il riferimento nelle drag races, dopo qualche mese di sofferenze causate dall’irruzione della Porsche Taycan Turbo S.

Hyundai lancerà la nuova interessantissima IONIQ 5 basata su nuova piattaforma E-GMP, con tecnologia 800V, ricarica 10-80% in 18 minuti a 230kW, funzionalità V2L per utilizzarla come generatore, pannelli solari sul tetto, possibilità di retrovisori telecamera, efficienza pari o superiore a quella della Tesla Model 3.. i motivi per attenderla con impazienza non mancano e prevediamo che susciterà grande interesse anche in Italia quando disponibile.

Un prototipo della IONIQ 5 sorpreso in prova. (fonte top-rider.com)

Ford inizierà le consegne della Mustang Mach-E anche da noi. Questo modello ha molti punti di similitudine con la Tesla Model Y, che però non è ancora disponibile in Italia (a meno che Tesla non cambi i propri piani di fornirla solo dalla GF Berlino). La Mustang avrà quindi una finestra di mercato quasi indisturbata, che rappresenta un importantissimo vantaggio per conquistare clienti. Inoltre la sua versione con batteria da 98.7 kWh (saggiamente abbinabile anche con il powertrain a sola trazione posteriore per la massima efficienza) è qualcosa che la Model Y non può offrire. Prevediamo un’ottima accoglienza per la nuova Ford.

Toyota, nonostante l’altalenante mix di messaggi quasi “di depistaggio” che escono (dichiarazioni del Ceo critico sull’eccesso di favore di cui godono le auto elettriche, notizie sulle ricerche che il colosso sta comunque effettuando sulle celle a stato solido, sforzi ininterrotti per far evolvere la Mirai a idrogeno, recente annuncio della biposto elettrica supercompatta C+ Pod), a fine dicembre ha annunciato che nel 2021 svelerà un nuovo SUV elettrico basato sulla piattaforma e-TNGA.

Mercedes lancerà la sua crossover compatta elettrica, la EQA (per cui si preannunciano versioni a singolo o doppio motore, batteria da 60 kWh e autonomia da 400 km, e che dovrebbe basarsi non su una piattaforma dedicata, ma su una derivazione di quella dell’attuale classe A), e inizierà la produzione della sua ammiraglia elettrica, la EQS, di notevole interesse non tanto per la nuova piattaforma dedicata o per i ventilati 700+ km di autonomia, quanto piuttosto per verificare a che livello di guida autonoma sarà arrivata Mercedes (anche rispetto alle mosse che nel frattempo Tesla starà facendo con il proprio FSD).

Produzione di energia elettrica da rinnovabili in Italia

A fine 2019 l’Italia era ancora importatore netto di energia per circa il 12% del fabbisogno. Il quantitativo importato, 38mila GWh, era tuttavia calato di oltre il 13% rispetto al 2018. Per dare un riferimento, la produzione fotovoltaica nazionale nello stesso anno ammontava a circa 24 GWh.

Per il 2020 (i cui dati si conosceranno fra qualche mese) e per il 2021 prevediamo una prosecuzione di questi trend, con l’Italia che proseguirà, quasi inconsapevolmente?, il suo cammino di avvicinamento all’autosufficienza energetica attuando al contempo una graduale riduzione dell’uso di fonti fossili.

Superbonus 110% e colonnine private condominiali

La macchina burocratica messa in moto dall‘innovativo Superbonus 110%, dopo mesi di attese di circolari, chiarimenti, e offerte di acquisto del credito da parte di intermediari finanziari-assicurativi e dalle stesse utilities, comincerà nel 2021 a dispiegare i suoi effetti.

Prevediamo che, specialmente nei grandi centri urbani più frequentemente afflitti da blocchi del traffico e complicate restrizioni alla circolazione causate dall’inquinamento, ci sarà un vero e proprio boom delle installazioni di colonnine condominiali, dal momento che diventeranno sostanzialmente gratis se realizzate contestualmente a un intervento di efficientamento energetico condominiale.

Tesla guarda il mercato indiano, nuova Giagafactory in progress

Prevediamo che Tesla nel 2021 inizierà le vendite di Model 3 sul mercato indiano, a prezzi anche superiori a quelli nel resto del mondo, e che comunque non faticherà a trovare acquirenti, ma che si tratterà di esemplari prodotti in Cina alla GF Shanghai.

Passerà molto tempo prima che Tesla si arrischi a costruire una Gigafactory in India per servire il mercato locale: la burocrazia indiana ha fama (meritata, a quanto si legge) di avere tempi lunghissimi, palesemente inconciliabili con i ritmi ai quali vuole muoversi Tesla. Tutto il contrario della Cina, in cui la Gigafactory è praticamente passata in appena 12 mesi dallo stadio “terreno incolto” allo stadio “escono vetture finite”.

Full Self Driving, la guida autonoma di Tesla scende in strada

Prevediamo che la beta del Fsd adattata alle regole di circolazione delle strade europee comincerà il suo primo rollout in beta verso utenti selezionati nel primo trimestre 2021, iniziando dalla Norvegia in cui non solo le Tesla in circolazione sono in proporzione molto numerose, ma vi è anche una legislazione favorevole a questo tipo di sperimentazioni su strada.

Entro metà anno prevediamo che saranno arrivati i primi download, sempre in beta, in altri mercati europei.

Sviluppi di Autopilot

Prevediamo che anche il normale Tesla Autopilot avanzato (quello di serie, senza l’opzione a pagamento Fsd) convergerà, con un major update software forse già nel primo trimestre 2021, alla nuova implementazione su cui si basa l’Fsd attualmente in beta.

La codebase attuale smetterà di ricevere nuove funzionalità significative o miglioramenti particolari all’Autopilot; Tesla concentrerà invece tutte le energie del suo sviluppo software sull’accelerazione della nuova codebase per Fsd.

È possibile che nel major software update che segnerà il passaggio dalla vecchia alla nuova codebase, compaia improvvisamente qualche funzione aggiuntiva, di guida autonoma o di altro genere, che Tesla ha scelto di sviluppare direttamente sulla nuova codebase e che quindi verrà rilasciato contestualmente ad essa.

Prevediamo anche che alcune funzionalità attualmente disponibili solo in alcuni mercati (come lo zoom con il dettaglio di un incrocio in avvicinamento) arriveranno anche in Europa.

Nell’infotainment si è già visto ultimamente (aggiornamento 2020.48.25 e successivi) un riarrangiamento degli spazi, che ha il chiaro scopo di preparare il layout della schermata al prossimo step che sarà il passaggio alla nuova codebase. Anche per chi non ha l’FSD miglioreranno la fluidità generale delle funzioni di livello 2 dell’Autopilot e la sua gestione di situazioni oggi caratterizzate da un certo “nervosismo”, come le immissioni in rotonda, o gli occasionali fenomeni di “phantom braking”.

Colonnine in autostrada, buoni propositi da mettere in atto

Il 2021 dovrebbe essere l’anno dell’improvvisa comparsa di colonnine di ricarica fast nelle aree di servizio autostradali della rete italiana. Secondo quanto richiesto dalla legge di bilancio 2021, entro il 1 marzo tutte le concessionarie autostradali dovranno pubblicare delle specifiche minime (per potenze di almeno 22 kW, a nostro avviso inadeguate per le tratte autostradali) per gli impianti da installare sulle proprie tratte. È anche previsto che in caso nei successivi 6 mesi non installino un numero di colonnine sufficiente per raggiungere una copertura “adeguata” (ogni 50 km), non potranno poi opporsi al fatto che chiunque ne faccia richiesta si candidi a installarle.

Prevediamo ancora un anno di sostanziale stallo, causa mancanza di sanzioni per inadempimenti, in attesa di vedere i risultati nel 2022. Nel 2021 ci aspettiamo di vedere soprattutto annunci, ma poche installazioni vere e proprie.

Colonnine a Milano

Dopo la recente ordinanza con cui Milano obbliga tutti i distributori di carburante a dotarsi di colonnine di ricarica entro gennaio 2023, ci aspettiamo che almeno negli impianti più grandi qualche iniziativa parta già nel 2021. Per gli impianti piccoli, per i quali gli spazi non consentono l’installazione presso l’impianto, l’ordinanza prevede che si dovrà provvedere nelle vicinanze; prevediamo che questo aspetto potrà essere sfruttato come pretesto per diversi network di colonnine di ricarica per “offrire” ai piccoli benzinai una soluzione chiavi in mano (forse anche gratis per il gestore..), con la posa di una colonnina nelle vicinanze dell’impianto, approfittando del fatto che “il Comune lo vuole” e quindi il percorso autorizzativo godrà verosimilmente di una buona corsia.


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