Al Supercharger V3 di Forlì il navigatore Tesla gioca un brutto scherzo a Model S e Model X

Con il Supercharger V3 non solo vantaggi, ma anche qualche possibile problema per Model S ed X. Speriamo in un aggiornamento software da parte di Tesla

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Abbiamo già parlato della nuova stazione Supercharger di Forlì, la prima in Italia equipaggiata con la versione V3 della tecnologia, in grado di raggiungere i 250 kW di potenza con vetture in grado di accettarla. Attualmente queste sono solo le Model 3 Long Range e Performance; per Model S e Model X dopo l’aggiornamento firmware 2020.24.6 sono possibili al massimo 225 kW, mentre la Model 3 Standard Range Plus arriva a 170 kW dopo l’aggiornamento 2019.36.1.

Uno stallo Supercharger V3 dell’area di Forli’. Si nota che vi e’ un solo cavo, quello munito di connettore CCS. Manca un cavo con connettore Mennekes-Tesla per le Model S e X.

Il vero problema riguarda il connettore. Mentre gli stalli V2 sono provvisti di due distinti cavi (uno con connettore CCS e uno con connettore Mennekes-Tesla), gli stalli V3 sono equipaggiati con il solo connettore CCS.

Uno stallo Supercharger V2. Si notano i due distinti cavi disponibili. Quello agganciato piu’ in alto e’ un CCS, l’altro e’ un Mennekes-Tesla. Quest’ultimo e’ l’unico connettore che le Model S e X non modificate possono utilizzare, se non si dispone di un adattatore.

Questione di connettori e di adattatore

Questo significa che le Model S e Model X non modificate non possono collegarsi direttamente agli stalli V3, a meno di non usare un adattatore che però solo recentemente pare faccia parte della dotazione dell’auto (un acquirente di Model X acquistata da un paio di mesi, targa GB…., ha scoperto di esserne provvisto, trovandolo a bordo nella borsa accessori senza averlo dovuto richiedere o pagare).

Nella foto una Model X che sta caricando con il CCS del Supercharger V3 di Forlì’ grazie all’interposizione di un piccolo adattatore, che da qualche tempo pare sia fornito in dotazione. Senza questo adattatore, o una qualche modifica al connettore dell’auto, le Model S e X non possono ricaricarsi a un Supercharger V3.

Arrivi al V3 e.. colpo di scena! Il cavo non entra. E adesso?

Mentre effettuavamo il nostro test di ricarica V3 a Forlì, nel giro di 15 minuti sono arrivate ben due Model S, una da Milano in viaggio verso le Marche e l’altra con targa olandese. I guidatori hanno tentato di ricaricare, ma subito si sono resi conto dell’impossibilità di farlo.

Quello olandese ha tentato anche alle colonnine Ionity a 50 metri di distanza, ma anche lì i connettori sono esclusivamente CCS, quindi ha dovuto rinunciare ed è ripartito (evidentemente poteva farlo). Per quello proveniente da Milano, però, la situazione era decisamente più complicata: gli restavano solo 32 km di autonomia, insufficienti per raggiungere il prossimo Supercharger V2 lungo il suo itinerario (quello di Fano, a circa 80 km).

Gli abbiamo chiesto come mai fosse venuto a ricaricare a Forlì dato che quel giorno il sito ancora non compariva ne’ sul sito Tesla ne’ sull’app ne’ sul navigatore (almeno su quello della nostra Model 3 con firmware 2020.24.6.9); con nostra sorpresa ci ha detto che non e’ stata una sua idea, ma e’ stato il navigatore della sua Model S a mandarlo li’, quindi nell’ambito della normale pianificazione automatica di viaggio che tiene conto dell’autonomia prevista e dell’ubicazione degli impianti Supercharger lungo l’itinerario. Evidentemente la sua Model S aveva un firmware piu’ aggiornato del nostro e che conosceva gia’ il sito di Forli’.

Che cosa potrebbe fare Tesla

Se è davvero così, questo ci sembra un errore da correggere con urgenza. Infatti non tutti i veicoli Tesla sono provvisti di presa CCS, e non tutti hanno in dotazione l’adattatore. Il caso del viaggiatore di Milano e dell’olandese può facilmente ripetersi, causando spiacevoli grattacapi se si arriva a Forlì con autonomia al limite. Bisognerebbe quindi che il navigatore fornisse risultati diversi a chi viaggia su una Model S/X, a meno che (magari attraverso una opzione ad hoc) questo non dichiarasse di avere con sè l’adattatore per collegarsi anche a CCS. Non sembra difficile fare in modo che il navigatore tenga conto dell’esatto modello e dotazione dell’auto, dato che sotto altri aspetti sicuramente meno importanti Tesla dimostra di sapere tutto nei minimi dettagli (come l’avatar della propria auto visualizzato sull’infotainment che è visualizzato nell’esatto colore vettura e con il tipo di cerchioni posseduti).

Cavarsela da soli in attesa di aggiornamento al navigatore

Abbiamo aiutato il protagonista di questa disavventura a individuare una colonnina EnelX nei dintorni ed è subito ripartito lamentandosi della complicazione: non aveva l’app e non aveva mai usato colonnine EnelX. Soprattutto temeva di arrivare all’altra colonnina con ancor meno km di autonomia residua e magari scoprire che l’impianto era fuori servizio, occupato, o che l’app non funzionava. Fortunatamente anche in quel caso avrebbe potuto cavarsela, essendoci anche alcune colonnine gratuite nei parcheggi di alcuni supermercati della zona.

Conclusione: con V3 non solo vantaggi, ma anche qualche possibile problema. Speriamo in un aggiornamento software da parte di Tesla.


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