Obiettivo 2035 per lo stop alla produzione di auto termiche anche in Italia, con qualche riserva

Decarbonizzare i trasporti, ora c'è una data, ma la strategia più che essere di indirizzo propone di accontentare chi potrebbe perderci da una trasformazione in elettrico della mobilità proponendo biocarburanti e idrogeno

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Alla Cop 26 di Glasgow l’Italia non si era espressa, in linea con altri Paesi, sul termine massimo per la produzione di veicoli mossi da motori termici. A dare un termine al 2035 ora è intervenuto il Cite, il Comitato interministeriale per la Transizione ecologica, che però punta sul 2040 (!) per la fine della produzione di veicoli commerciali termici. Con un MA grande come una casa, che è poi il mantra della triade dei ministri della Transizione ecologica Roberto Cingolani, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

Nel comunicato rilasciato si legge, infatti: “In tale percorso occorre mettere in campo tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti in una logica di ‘neutralità tecnologica’, valorizzando, pertanto, non solo i veicoli elettrici, ma anche le potenzialità dell’idrogeno, nonché riconoscendo – per la transizione – il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia”.

Neutralità tecnologica, Ponzio Pilato docet

Puntare su un ampio ombrello di soluzioni con dispersione dei fondi di incentivo alla filiera, quando il mondo intero tira dritto con investimenti monstre sulle batterie e la filiera per i veicoli elettrici, potrebbe risultare una mossa controproducente proprio per quella filiera che ha bisogno di un sostegno per essere convertita e competere.

Sull’idrogeno ci siamo espressi in vari articoli, che ribadiscono l’inadeguatezza della soluzione alle auto private. Sui biocarburanti, che con l’apposizione del suffisso bio sembrano aver perso tutta la loro componente inquinante, vi rimandiamo a questo pezzo di Transport and Environment che contiene il grafico che vi mostriamo qui sotto.

I biocarburanti hanno anche un pessimo impatto sulle filiere agricole. La dispersione dei fondi scontenta pochi sull’immediato, ma relega l’Italia a posizioni di rincalzo già nel medio. L’informazione “ufficiale” è parziale quando non di parte, e spesso di pessima qualità. L’avvio della trasformazione energetica italiana è tutto in salita.

Immagine di apertura “Car exhaust” by eutrophication&hypoxia is licensed under CC BY 2.0


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