Elettrici senza batteria, si può! I robot logistici di CaPow con tecnologia capacitiva Cpt

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L’automazione dei magazzini cerca soluzioni sempre nuove. Se il problema è la batteria, sia per la gestione, sia per lo smaltimento, la soluzione è semplice: eliminiamo le batterie!

Sembra uno scherzo, ma così non è, come mostra ad esempio la statunitense CaPow, pioniere nell’alimentazione continua per flotte robotizzate automatizzate. La soluzione è ideale per fabbriche, centri logistici e magazzini in generale.

Il concetto è molto simile a quello usato per ricaricare gli smartphone ed altri dispositivi senza inserire un connettore, ma appoggiandoli su una piastra irradiante. Espandere quel sistema è stato da subito l’obiettivo di CaPow: la start-up ha raccolto un finanziamento iniziale di 7,5 milioni di dollari per promuovere lo sviluppo e la commercializzazione di Genesis, un sistema di alimentazione wireless senza batteria per la robotica mobile. Questa soluzione consente una continua alimentazione dei macchinari robotici, eliminando i tempi di inattività e aumentando la produttività. Infatti la batteria aggiunge peso ai robot, diminuisce la velocità e aumenta i rischi di malfunzionamento. Al momento, inoltre, lo smaltimento delle batterie può avere impatti ambientali negativi se non viene effettuato correttamente.

Il sistema di alimentazione senza batteria di CaPow per robot mobili usa antenne che aderiscono al pavimento per alimentare magazzini e strutture industriali, In questo modo si elimina la necessità di interruzioni per la ricarica delle batterie, raggiungendo una maggiore efficienza. Gli adesivi non interferiscono con altri componenti robotici e la tecnologia supporta anche i robot con una batteria già in uso.

I robottini Genesis di CaPow

Cos’è la trasmissione capacitiva

La tecnologia Wireless Power Transfer (Wpt) trasferisce l’energia elettrica dalla fonte all’apparecchiatura senza un contatto fisico inserendola in campo di energia (magnetica, elettrica o microonde). Tradizionalmente il Wpt è usato nei dispositivi medici impiantabili, sott’acqua e nelle apparecchiature minerarie, sostituendo la trasmissione via cavo in molti ambiti.

Il trasferimento di potenza può essere di vari tipi: induttivo (Ipt), capacitivo (Cpt), laser ottico (Opt), a microonde (Mpt), ad ultrasuoni (Upt) ed altri sistemi. L’approccio capacitivo è molto usato in quanto versatile, semplice e a bassa perdita. Negli ultimi anni, grazie al rapido sviluppo dell’elettronica di potenza, anche la ricerca e l’applicazione di Cpt stanno aumentando notevolmente.

Cpt nelle auto elettriche?

Questo sistema potrebbe essere usato anche per le auto elettriche? Oggi la risposta è un categorico no, se si pensa ad un impiego per l’utenza comune. Certo ridurre peso e costo delle auto di circa un terzo, come sarebbe nel caso dell’eliminazione delle batterie, migliorerebbe di molto la situazione di questo segmento. Non è però possibile attrezzare tutte le strade con questo sistema, che richiede la presenza ovunque di un campo di energia.

L’energia richiesta da una tradizionale berlina è ovviamente molto maggiore di quella di un robottino da magazzino. La situazione cambia molto in aree di ridotte dimensioni, come spostamenti tra aree con percorso fisso. Anche l’adozione di Ev di piccole dimensioni come Citroen Ami, Estrima Birò, Renault Twizy o Tazzari Zero, riducendo il peso diminuiscono le difficoltà d’implementazione su percorsi controllati. Anche l’agricoltura potrebbe avvantaggiarsi da questo sistema.

L’italiana Tazzari Zero in una curiosa configurazione cromatica

In tutti questi casi sarà necessario uno studio molto preciso sulla nocività dei campi energetici. I robottini non avranno problemi di alcun tipo, mentre il corpo umano potrebbe. In questo settore gli studi sono sempre controversi e spesso rendono difficile la disponibilità di tutte le parti sociali. Si pensi a quanto succede regolarmente all’introduzione di nuove tecnologie come il 3G, il 4G, oggi il 5G.

Inoltre la scienza scopre sempre nuovi elementi che invalidano le certezze precedentemente acquisite. Questo tipo di tecnologie, quand’anche valide sul campo, possono non trovare una finestra temporale sufficientemente ampia per essere accettate dalla società e quindi implementate dalle aziende.


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